La Procura contesta la motivazione della sentenza d’appello
09 LUG - REGGIO CALABRIA - La Procura generale di Reggio Calabria ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d'appello che, lo scorso ottobre, ha ridotto la condanna di Mimmo Lucano da 13 anni e due mesi a un anno e sei mesi di reclusione. Lucano, attualmente europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Locri per presunti illeciti nella gestione dell'accoglienza dei migranti a Riace, comune di cui è tornato a essere sindaco.
Nel processo d'appello, Lucano è stato assolto da tutti i reati per cui era stato condannato in primo grado, tranne per un episodio di presunto falso. Anche i suoi avvocati, Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, hanno presentato ricorso in Cassazione contro la condanna d'appello.
La Procura generale, guidata da Gerardo Dominijanni, non contesta i reati di associazione per delinquere, quattro episodi di peculato e due falsi, per i quali l’assoluzione di Lucano è definitiva. Tuttavia, il ricorso riguarda episodi di truffa aggravata, abuso d’ufficio e un falso.
Secondo l'avvocato generale Adriana Costabile e i sostituti procuratori generali Antonio Giuttari e Adriana Fimiani, la Corte d'Appello ha erroneamente dichiarato inutilizzabili le intercettazioni disposte dalla Procura di Locri. La Procura generale ritiene cruciale questa questione, sostenendo che le intercettazioni dimostrano chiaramente le irregolarità nella rendicontazione e il ruolo centrale di Lucano nelle presunte truffe.
La Procura contesta inoltre la motivazione della sentenza d’appello, definendola generica, illogica e contraddittoria, con un richiamo sterile e fuorviante alle pronunce della Corte di Cassazione, senza un approfondito esame del loro contenuto.