Gli investigatori indagano sul ruolo del marito e sulle falle nella sicurezza della clinica
23 GEN - COSENZA – Si terranno domani l’interrogatorio di garanzia e l’udienza di convalida per Rosa Vespa, 51 anni, e suo marito Acqua Moses, 43 anni, di origine nigeriana, accusati del rapimento della piccola Sofia, la neonata prelevata dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza e liberata dopo tre ore grazie all’intervento della Polizia. Vespa è difesa dall’avvocata Teresa Gallucci, mentre Moses è assistito dall’avvocato Gianluca Garritano.
Gli investigatori della Squadra mobile sono al lavoro per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, con particolare attenzione al ruolo di Moses. L’uomo, al momento del blitz della Polizia nel suo appartamento, durante una festa organizzata per celebrare l’arrivo in casa del presunto figlio Ansel, avrebbe mostrato sorpresa, dichiarando di non sapere che dentro la tutina azzurra non ci fosse suo figlio, ma la neonata rapita.
Le indagini hanno fatto emergere un quadro complesso: Rosa Vespa avrebbe simulato una gravidanza per nove mesi, arrivando ad annunciare su Facebook, l’8 gennaio scorso, la nascita di Ansel. Ai familiari avrebbe detto di essersi recata da sola a partorire a causa della presenza di casi Covid in clinica e che il bambino era rimasto ricoverato per accertamenti.
Parallelamente, gli investigatori stanno esaminando le falle nella sicurezza della clinica Sacro Cuore. È stato definito “troppo facile” sia entrare che uscire dalla struttura con una neonata in braccio, un aspetto sul quale si concentrano ora ulteriori verifiche.