Operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia
27 GIU - REGGIO CALABRIA - La Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e dei Comandi Provinciali di Ancona e Pesaro-Urbino, ha sequestrato beni per un valore di 5 milioni di euro a un imprenditore edile, Domenico Laurendi, noto come "Rocchellina". L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) diretta da Giovanni Bombardieri, è frutto di un'indagine economico-finanziaria seguita all'operazione "Eyphemos", condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale nei confronti di Laurendi, coinvolto nell'operazione "Eyphemos" che ha colpito la 'ndrina di Sant'Eufemia d'Aspromonte, un gruppo criminale con una certa autonomia rispetto alla cosca degli Alvaro. Laurendi avrebbe rivestito un ruolo di vertice all'interno della 'ndrina, fungendo da capo, promotore e organizzatore di una fazione mafiosa, con responsabilità decisionali e di pianificazione delle attività criminali.
Grazie al suo carisma criminale, Laurendi sarebbe riuscito a catalizzare un consistente numero di sodali desiderosi di fondare un nuovo gruppo autonomo. Inoltre, secondo l'accusa, pianificava attività economiche per il riciclaggio di denaro e coordinava operazioni patrimoniali per eludere l'applicazione di misure di prevenzione, intestando fittiziamente i beni a lui riconducibili.
Laurendi è stato condannato in secondo grado a 19 anni di reclusione per associazione di stampo mafioso e altri reati. Sulla base delle indagini dell'operazione "Eyphemos", la DDA ha incaricato il GICO di svolgere un'indagine economico-patrimoniale finalizzata all'applicazione di misure di prevenzione. Gli accertamenti hanno rivelato una sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore del patrimonio posseduto da Laurendi, evidenziando complesse manovre elusive e meccanismi di occultamento dell'effettiva titolarità dei beni.
Il Tribunale ha disposto il sequestro dell'intero compendio aziendale di una ditta individuale e due società operanti nel settore edile, 10 immobili (di cui 3 terreni e 7 fabbricati situati nelle province di Reggio Calabria, Ancona e Pesaro-Urbino), oltre a rapporti bancari, finanziari e assicurativi e relative disponibilità.