Contro di lui sospetti, diffamazione e gogna mediatica"
07 LUG - COSENZA – "Esprimo soddisfazione nell’apprendere della pronuncia della Corte di Appello di Catanzaro che, confermando la sentenza di primo grado, assolve con formula piena Mario Occhiuto, già Sindaco di Cosenza e attuale Senatore della Repubblica, dalle accuse a lui mosse nell’ambito dell’inchiesta denominata 'Rimborsopoli Cosenza'". Così scrive in una nota il consigliere di minoranza al Comune di Cosenza, Francesco Caruso, commentando la notizia dell’assoluzione anche in appello dell’ex sindaco Mario Occhiuto.
"Chi ha avuto il privilegio di operare insieme al Senatore Occhiuto per il bene della città – prosegue Caruso – condividendo e sostenendo un’azione amministrativa efficace condotta per dieci anni all’insegna della limpida liceità, non ha mai avuto dubbi su una verità ristabilita da un’ulteriore, scontata sentenza che, però, non potrà mai cancellare i sentimenti di angoscia e il senso d’impotenza di chi, consapevole di non aver commesso alcun reato, è stato costretto non solo a vivere l’esperienza di un ingiusto procedimento giudiziario ma anche a sopportare il clima di sospetto, diffamazione e gogna mediatica volutamente creato da avversari politici e detrattori".
Nei suoi riflessi politici, la sentenza in questione è da leggersi congiuntamente a quella di assoluzione di tutti gli imputati interessati dal procedimento per i presunti “appalti spezzatino” (che pure non vede coinvolto alcun amministratore). Questo dimostra che l’attività di dieci anni di amministrazione, da parte dell’allora Sindaco e dell’intera squadra di Assessori e Consiglieri Comunali di maggioranza, è stata condotta all’insegna della trasparenza e della correttezza amministrativa. Un decennio amministrativo che ha segnato una formidabile stagione di ripensamento complessivo dell’idea stessa di città, aprendo Cosenza verso un futuro ispirato alla sostenibilità, alla socialità e all’innovazione urbanistica.
Secondo Caruso, questo clima di ostilità è simile a quello che si vive oggi in città. "Assistiamo ad un atteggiamento dell’attuale amministrazione mirato a cancellare le cose belle realizzate dalla precedente: opere già compiute, nevralgiche per le dinamiche di sviluppo dell’area urbana, abbandonate all’incuria e al degrado. Progetti già finanziati e affidati alle imprese esecutrici, destinati a cambiare il volto di Cosenza, tenuti nel cassetto e dimenticati. Sistematicamente, ogni risultato ottenuto precedentemente viene denigrato, con una narrazione mediatica distorsiva della verità".
Caruso critica duramente la decisione del Comune di costituirsi parte civile nel processo, corroborando la richiesta di condanna della Procura e rivendicando la confisca di un’ingente somma a titolo di risarcimento. "Non ci aspettiamo che il Sindaco spieghi il perché di questa determinazione, per una causa che peraltro appariva pacificamente scontata nell’esito".
Tuttavia, Caruso esige spiegazioni dal Sindaco riguardo al processo “Reset”, in cui è stato deciso di costituirsi parte civile escludendo analiticamente proprio i capi d’imputazione che coinvolgono un assessore della sua Giunta. "Se il Sindaco non fornirà argomentazioni convincenti, resteremo della triste convinzione che questi atti rivelano unicamente opportunismo, ipocrisia, e doppiopesismo rispetto a principi di legalità e trasparenza che sopravvivono unicamente nei proclami e nelle intenzioni. Questo rivela invece la plastica dimostrazione che chi governa oggi la città crede di poter fare tutto e il contrario di tutto, incurante del giudizio dei cittadini", conclude Caruso.