Per i servizi che offriva riceveva un compenso settimanale
06 AGO - VIBO VALENTIA - Un 45enne di Cosenza, residente a Vibo, è stato arrestato per sfruttamento della prostituzione e si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio. A. C., difeso dall’avvocato Gianpiero Calabrese, è agli arresti domiciliari dal 1° agosto. È indagato insieme a cinque donne per aver facilitato l’attività di meretricio di almeno 19 ragazze, di età compresa tra i 25 e i 30 anni, in sei case d’appuntamenti, traendone vantaggi economici. Le indagate sono S. B., 48 anni, di Castrovillari; H. H., 53 anni, cinese residente a Rende; B. M. Y., 49 anni, dominicana, e le connazionali H. M. Z. Y., 37 anni, e D. M. D. L. A., 54 anni.
Durante le indagini, A. C. è stato intercettato mentre accompagnava le donne nelle abitazioni dove si prostituivano. L'uomo si occupava anche di accoglierle in città al loro arrivo e indirizzarle verso gli appartamenti dove potevano lavorare. Per questi servizi riceveva un compenso settimanale. In una conversazione intercettata nella sua Fiat Panda, A. C. ha affermato: “A me fa piacere quando lavorate, almeno qualcosina guadagno pure io.”
I prezzi dei rapporti variavano da 50 a 150 euro, a seconda delle disponibilità dei clienti. Il contatto iniziale avveniva tramite il sito Bacheca Incontri Vibo e altri portali per il reclutamento di escort, operanti anche nelle città di Catanzaro e Potenza. Le utenze telefoniche corrispondevano inoltre a offerte pubblicate online per altre città come Udine, Foggia, L’Aquila, Bari, Como, Reggio Emilia, Venezia e Brescia. Le donne pagavano 50 euro al giorno per l’uso delle stanze, anche se non concludevano rapporti a pagamento.
Le intercettazioni hanno rivelato il ruolo della donna di Castrovillari e della 37enne dominicana, che mettevano a disposizione le case dove si svolgevano i rapporti con i clienti. Le ragazze straniere si lamentavano con A. C. del fatto che le due donne si preoccupavano solo dei guadagni, senza migliorare le condizioni delle abitazioni, alcune delle quali erano prive di luce.