Il fratello dell'imprenditrice Vincenzo: ' Non ho mai smesso di credere nello Stato'
13 MAR - LIMBADI (RC) - Domani avrà inizio il processo presso la Corte d'assise di Catanzaro nei confronti di Salvatore Ascone, accusato di concorso nell'omicidio di Maria Chindamo, imprenditrice scomparsa nel 2016 a Limbadi e la cui tragica fine ha scosso l'opinione pubblica. Si ritiene che il corpo della donna sia stato dato in pasto ai maiali e i resti triturati da un trattore cingolato, secondo le accuse della DDA di Catanzaro.
Il fratello della vittima, Vincenzo Chindamo, ha espresso la sua determinazione nel perseguire la verità e la giustizia per sua sorella. Durante una dichiarazione alla vigilia del processo, ha ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto la famiglia nel corso degli anni e ha evidenziato il sostegno ricevuto da associazioni, movimenti e la comunità locale.
Chindamo ha anche sottolineato la sua fiducia nello Stato, nonostante le difficoltà incontrate durante il lungo processo di ricerca della verità. Ha espresso gratitudine per il sostegno ricevuto dalla comunità e dall'amministrazione locale di Limbadi, che hanno continuato a commemorare sua sorella e a promuovere i valori di libertà e giustizia.
Il processo fa parte della vasta inchiesta "Maestrale" e coinvolge anche l'omicidio di Angelo Corigliano avvenuto nel 2013 a Mileto, per il quale sono imputati altri soggetti.