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Giovane di 21 anni ucciso nel Reggino: possibile faida dei boschi dietro l'agguato

Giovane di 21 anni ucciso nel Reggino: possibile faida dei boschi dietro l'agguato
Tre omicidi e un tentato delitto in due anni, indagini su una scia di sangue nel territorio di San Pietro di Caridà

15 NOV - SAN PIETRO DI CARIDÀ (RC) – Stefano Cirillo, 21 anni, è stato ucciso in un agguato a San Pietro di Caridà, nel Reggino, lungo il confine con la provincia di Vibo Valentia. Il giovane, noto alle forze dell'ordine per precedenti di resistenza a pubblico ufficiale, è stato colpito da colpi di pistola, uno dei quali lo ha raggiunto alla testa, uccidendolo sul colpo.

L’omicidio è avvenuto mentre Cirillo rientrava a casa a piedi, in contrada Corruttò, frazione Monsoreto. L'autopsia, che sarà effettuata nei prossimi giorni nell’ospedale di Locri, chiarirà se il giovane sia stato colpito in altre parti del corpo.

Le indagini, condotte dai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro e del Reparto operativo di Reggio Calabria sotto la direzione della Procura di Palmi, non escludono alcuna pista. Tra le ipotesi principali, quella di una faida legata al controllo dei boschi della zona.

Una scia di sangue: quattro episodi in due anni
Il delitto di Cirillo è il terzo omicidio avvenuto negli ultimi due anni a San Pietro di Caridà o nelle immediate vicinanze, accompagnato da un tentato omicidio.
-8 aprile 2023: Domenico Oppedisano, 24 anni, è stato ucciso a colpi di pistola mentre lavorava in località Prateria.
- 10 settembre 2022: Alessandro Morfei, 30 anni, è stato freddato con colpi di lupara mentre lavorava la terra su un trattore nelle campagne di Dinami, a pochi chilometri da San Pietro di Caridà. Il padre di Alessandro, Pietro Morfei, era stato ucciso nel 1998 davanti a un bar a Dinami.
- 6 agosto 2023: Pietro Morfei, 20 anni, è stato ferito al collo da un colpo di fucile caricato a pallini mentre era in auto con la fidanzata, rimasta solo lievemente ferita.

Le autorità stanno indagando per verificare possibili legami tra questi episodi e una possibile faida legata ai contrasti per il controllo e lo sfruttamento dei boschi nella zona. La tensione resta alta in un territorio segnato da violenza e vendette.

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