Editori accusati di intercettazioni illecite e frode ai danni dello Stato. Sequestrati beni per oltre 26mila euro
22 NOV - VIBO VALENTIA - La Procura di Vibo Valentia ha aperto un’inchiesta su presunti comportamenti illeciti all’interno di una società editoriale multimediale con sede nel Vibonese e operante a livello regionale. L’indagine, condotta dalla Digos con il supporto della Squadra Mobile e della Divisione anticrimine, ha portato al sequestro preventivo di beni per un valore di circa 26.300 euro nei confronti dell’amministratore e dell’institore della società.
I due sono indagati per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato e per installazione di apparecchiature atte a intercettare comunicazioni private.
Le indagini hanno avuto origine dalle denunce di alcuni giornalisti, dipendenti della società, i quali hanno riferito che l’editore avrebbe installato telecamere con microfoni vicino alle postazioni di lavoro, utilizzandole per intercettare le loro conversazioni. Inoltre, i denuncianti hanno segnalato che l’azienda avrebbe ridotto fittiziamente l’orario di lavoro dei dipendenti del 30%, usufruendo della cassa integrazione guadagni per scaricare parte dei costi sull’INPS. Di fatto, però, i lavoratori continuavano a svolgere il consueto orario.
Secondo una nota della Questura, gli approfondimenti investigativi, condotti attraverso l’analisi dei documenti dell’INPS e le testimonianze di ex dipendenti e lavoratori di altre mansioni, hanno confermato queste pratiche. L’azienda avrebbe ottenuto un indebito risparmio salariale equivalente alla quota coperta dall’ammortizzatore sociale, per un totale di circa 26.300 euro.
A seguito delle perquisizioni nelle sedi della società, sono state sequestrate apparecchiature di videosorveglianza e dispositivi di archiviazione dati, ritenuti prove delle condotte contestate. Le indagini continuano per accertare ulteriori responsabilità.