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Estorsione a dipendenti: interdetti dirigenti di istituti di vigilanza

Estorsione a dipendenti: interdetti dirigenti di istituti di vigilanza
Indagini della Guardia di Finanza e della Polizia

25 LUG - COSENZA - Tre rappresentanti legali di due istituti di vigilanza, uno con sede a Cosenza e l'altro ad Avellino, sono stati colpiti da misure interdittive emesse dal Gip di Cosenza. Questi provvedimenti sono stati richiesti dalla Procura della Repubblica a seguito di indagini condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza e dalla Squadra mobile.

I dirigenti sono accusati di estorsione, caporalato e indebita percezione di finanziamenti pubblici. Le indagini hanno inizialmente riguardato l'istituto di vigilanza di Cosenza e si sono successivamente estese a quello di Avellino, in cui il primo era confluito. I nomi degli istituti non sono stati resi noti.

Secondo le indagini, i dirigenti avrebbero previsto disagi e minacce di trasferimento ai lavoratori che non accettavano un accordo transattivo. Questo accordo prevedeva il pagamento di meno di un decimo del credito dovuto per straordinari non pagati, emolumenti non corrisposti, ferie e riposi non goduti.

In una nota stampa, la Guardia di Finanza e la Polizia hanno descritto l'attività dei due istituti come un "sistema imprenditoriale connotato dalla riduzione dei diritti dei lavoratori, costretti ad accettare condizioni inique per preservare il posto di lavoro".

L'esame della documentazione acquisita ha rivelato che l'istituto di vigilanza con sede a Cosenza non ha corrisposto regolarmente le retribuzioni dal 2016 al 2021, evadendo i contributi per un valore complessivo di un milione e mezzo di euro. Inoltre, la società ha beneficiato di circa 470 mila euro di sgravi contributivi nel 2020 e nel 2021.

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