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Sport

What Women Want: "salvaguardare la squadra di Calcio Femminile di Cosenza"

What Women Want: "salvaguardare la squadra di Calcio Femminile di Cosenza"
Negata l’iscrizione al campionato senza alcun ragionevole preavviso

18 LUG - COSENZA  - L'associazione What Women Want interviene sulla recente esclusione della squadra di calcio femminile di Cosenza dal campionato, lanciando un appello per salvaguardare questa realtà sportiva. "In una terra in cui è sempre più complicato costruire qualcosa, amareggia e delude che realtà positive, faticosamente affermatesi, vengano semplicemente tagliate per logiche aziendalistiche. La squadra di calcio femminile del Cosenza, dopo una serie di incredibili successi, si vede ora negata l’iscrizione al campionato senza alcun ragionevole preavviso," afferma l'associazione in una nota.

L'associazione sottolinea come, sebbene le società di calcio professionistiche abbiano l'obbligo di mantenere solo il settore giovanile femminile, questa vicenda non riguardi solo obblighi formali, ma la passione sportiva e l'impegno di genere. La squadra ha offerto concrete opportunità di impegno e svago a oltre cento calciatrici provenienti da tutta la provincia, arricchendo il medagliere di una città che, nonostante i deficit strutturali, ha sempre visto nello sport una via di emancipazione e crescita sociale.

"La passione sportiva, i sacrifici e i successi vengono messi in secondo piano dalla fredda logica dei rendimenti finanziari. Non essendoci possibilità di iscrizione tardiva al campionato di Serie C, proponiamo a chi ha lo sport e l’inclusione sociale tra i propri obiettivi di investimento responsabile, così come alle istituzioni locali, di unirsi a un progetto di continuità per il calcio femminile professionistico a Cosenza a partire dal prossimo anno," continua la nota.

What Women Want esorta a vedere il progetto non solo come un obbligo, ma come uno sbocco competitivo e ordinario per tutte le ragazze che coltivano la passione del calcio professionistico. L'investimento necessario è paragonabile a quello per la gestione del cartellino di un giocatore medio della categoria Primavera di una qualunque squadra di Serie B. Si tratta di un investimento etico, inclusivo e di contrasto a ogni forma di discriminazione sociale e di genere.

"Crediamo che una comunità resiliente e di lunga tradizione sportiva come la nostra possa esprimersi convintamente in questa direzione," conclude l'associazione.

 

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