Sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero considerazioni di Antonello Barbieri
17 AGO – COSENZA - FCCN, Fusione tra Comuni Coordinamento Nazionale è, sin dal 2016, l'unico soggetto non pubblico che promuove le fusioni in tutto il Paese. Tiene assieme – dichiara in una nota Antonello Barbieri Presidente FCCN Fusioni tra Comuni, Coordinamento Nazionale - oltre 30 specifici comitati locali e più di 100 associazioni. È al fianco delle amministrazioni nate da fusione, ha rapporti costanti con quasi tutte le giunte regionali e ha interlocuzioni con i governi e con il Parlamento. Ha ottenuto, grazie a un partecipato convegno tenutosi al Senato della Repubblica a febbraio, due significativi risultati: sui contributi statali incentivanti, passati da 10 a 15 anni, e il superamento del tetto dei contributi per le grandi fusioni, passato da 2 a 10 milioni di euro. Abbiamo dunque le carte in regola per poter esprimere la nostra opinione sul progetto calabrese. Lo abbiamo già fatto e lo ribadiamo in questa sede. Le fusioni – continua Barbieri - funzionano e migliorano la vita dei cittadini. Il responsabile tecnico di FCCN, professor Luigino Sergio, fiore all'occhiello della nostra associazione e massimo esperto italiano in materia, si è chiaramente espresso in tal senso, con argomentazioni proprie al suo ruolo, che sono appunto, "tecniche". Noi pensiamo però che, anche in questo caso, vadano approfonditi ulteriori aspetti che potremmo arrivare a definire "etici" ma ci limitiamo a chiamarli di "opportunità!" E questo approccio ci porta a definire il progetto portato avanti con inusuale determinazione dal presidente Occhiuto, semplicemente "sbagliato". Perché Cosenza è in dissesto economico. Perché Rende è commissariata per infiltrazioni mafiose. Perché Occhiuto – prosegue Barbieri - ha modificato la norma sul referendum consultivo rendendo privo di significato un istituto che, essendo consultivo, lasciava comunque le mani libere alla Regione. Perché Cosenza è una città di dimensioni tali da, se affidata dai suoi cittadini a una classe politica all'altezza, eccellere in qualità della vita e in crescita economica. Perché, infine, - conclude Barbieri - una fusione così forzata, senza un adeguato coinvolgimento dei cittadini e degli amministratori, priva di quei presupposti di razionalità che avrebbero dovuto indirizzare il decisionismo occhiutano verso aree della sua Regione - ben più bisognose di modifiche del governo di quei territori - rischia di DIVENTARE UN VERO E PROPRIO BOOMERANG PER I PERCORSI DI FUSIONE IN ITALIA, VANIFICANDO IL LAVORO DI ILLUMINATI LEGISLATORI, DI LUNGIMIRANTI SINDACI E, PER QUEL CHE PUÒ VALERE, ANCHE DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE.