Sono stato costretto ad accettare l'offerta di guidare la barca
13 GIU - COSENZA – "Mi dispiace molto di non aver potuto aiutare gli altri sulla barca, soprattutto le donne e i bambini, ma in quel momento la situazione era terribile. Mi succede spesso di pensare che le persone che sono morte potevano essere i membri della mia famiglia". Queste sono le parole di Mohamed Abdessalem, un siriano di 26 anni, ritenuto il sesto scafista del caicco "Summer Love", naufragato il 26 febbraio 2023 davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, dove persero la vita 94 migranti, tra cui 35 minori, con un numero imprecisato di dispersi.
Le dichiarazioni di Abdessalem sono state presentate al gup del Tribunale di Crotone durante la prima udienza del processo con rito abbreviato, dove è imputato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Abdessalem è stato arrestato nel dicembre 2023 nel carcere di Lecce nell'ambito dell'operazione "Astrolabio" della Dda della città salentina.
Nelle sue dichiarazioni, Abdessalem racconta la sua storia e il motivo della sua fuga dalla Siria verso la Turchia tra il 2015 e il 2016. Spiega di aver rifiutato inizialmente le proposte di guidare barche di migranti, ma dopo il terremoto in Turchia e Siria ha cambiato idea. "Ho perso casa, lavoro e sicurezza, sono stato costretto ad accettare l'offerta di guidare la barca e fare un altro viaggio". Quel viaggio è poi finito in tragedia a Steccato di Cutro ed è iniziato dalla Turchia il 20 febbraio 2023.
Abdessalem si trovò su una barca molto grande, mai guidata prima, e dopo diverse ore il motore si fermò e si ruppe. Fu costretto a contattare il responsabile del viaggio per informarlo. Nonostante non avesse mai guidato la "Summer Love", dichiara di aver aiutato nelle riparazioni e nei rapporti con i passeggeri. "È arrivata una seconda barca, guidata da tre turchi, responsabili del viaggio e della barca, e i passeggeri sono stati trasferiti su questa". Abdessalem ammette di aver fornito assistenza durante il viaggio e di aver aiutato a riparare il motore.
Ammette inoltre di essere stato parte dell'equipaggio, ma precisa di non aver ricevuto alcun compenso, con la promessa di essere pagato al ritorno in Turchia. Riguardo alle condizioni della "Summer Love", afferma che non era dotata di misure di sicurezza adeguate e che i passeggeri non potevano telefonare perché non avevano una Sim internazionale.
Descrive infine la tragica traversata: "All'inizio del viaggio il mare era calmo, ma è diventato agitato quando abbiamo raggiunto le acque territoriali italiane. Il mare era buio e agitato, ho chiesto al capitano di chiamare i soccorsi per evitare di annegare. Abbiamo combattuto contro le onde alte per circa 4 ore, l'acqua ha iniziato a entrare nella barca. I passeggeri erano spaventati, abbiamo cercato di avvicinarci alla terra illuminata. Non avevamo idea della profondità del mare quando la barca si è scontrata. Ci hanno detto di buttarci in mare e così abbiamo fatto".