Rilievi mossi dalla Corte dei Conti della Calabria a cinque persone
21 MAG - CATANZARO - La Corte dei Conti della Calabria ha contestato un danno erariale di 1,5 milioni di euro a due dirigenti pubblici e tre professionisti, in relazione a impianti solari realizzati nel 2012 in 24 presidi ospedalieri delle province di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, ma mai entrati in funzione.
La Procura regionale della Corte dei Conti presso la Sezione giurisdizionale per la Calabria ha notificato l'atto di citazione in giudizio ai cinque soggetti, tra cui un dirigente della Regione Calabria e uno dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza all'epoca dei fatti. Gli imputati sono accusati a vario titolo di responsabilità nell'appalto per la realizzazione di impianti solari per la produzione di acqua calda sanitaria.
Le indagini, coordinate dal procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma e dal vice procuratore generale Giovanni Di Pietro, e condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, hanno rivelato che gli impianti, costruiti nel 2012, non sono mai stati effettivamente operativi. Attualmente, questi versano in stato di totale abbandono e incuria, mancando della manutenzione ordinaria e straordinaria necessaria.
Secondo l'accusa, il progetto iniziale non ha previsto un corretto dimensionamento degli impianti in base alle esigenze delle strutture ospedaliere coinvolte. Inoltre, non vi è stato coordinamento con gli impianti idraulici preesistenti e alcuni impianti sono stati collocati in aree con ridotta irradiazione solare. Le indagini hanno anche rivelato che i lavori sono stati realizzati senza le necessarie autorizzazioni o concessioni comunali e, in alcuni casi, senza le autorizzazioni previste per vincoli paesaggistico-ambientali. Di conseguenza, alcuni Comuni hanno emesso sanzioni e ordinanze di demolizione delle opere abusive.
Ai cinque imputati vengono contestate negligenze sia nella fase di progettazione che nei successivi controlli. La realizzazione degli impianti è stata coordinata dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, quale capofila e stazione appaltante, in collaborazione con un consorzio appositamente costituito per compiti di vigilanza e coordinamento.
Il danno contestato equivale al contributo erogato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (oggi Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica) per la realizzazione degli impianti, nell'ambito di un programma di energia termica rinnovabile per le aziende sanitarie.