Donna ingannata con la promessa di poter studiare in Italia
01 LUG - REGGIO CALABRIA – La Corte d'Assise di Reggio Calabria ha condannato Sonia Osazee, 41 anni, a 20 anni di carcere per tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale. La stessa corte ha inflitto una pena di 9 anni a Sunday Ediorans, 31 anni, per il reato di tratta di persone.
La sentenza, emessa dalla presidente Natina Pratticò, chiude un processo avviato grazie a un'inchiesta della squadra mobile di Reggio Calabria, nata dalla denuncia di una giovane nigeriana. La vittima, sottoposta al rito "juju" in Nigeria, era stata ingannata con la promessa di poter studiare in Italia. Dopo un pericoloso viaggio in barcone, è finita su un marciapiede di Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove è stata costretta a prostituirsi per ripagare il viaggio.
Secondo l'inchiesta, Sonia Osazee "reclutava, introduceva nel territorio dello Stato ed ospitava la persona offesa, esercitando poteri corrispondenti al diritto di proprietà". La vittima è stata mantenuta in uno stato di soggezione continuativa, costretta a prestazioni sessuali con minacce di uccidere la sua famiglia d'origine e di farla tornare in Nigeria, ingannata con la promessa di studi, e abusata con l'autorità derivante dalla sua età superiore. La giovane, vulnerabile e in una situazione di necessità, ha tentato più volte di fuggire. Quando ha manifestato l'intenzione di rivolgersi alla polizia, è stata trasferita in Germania, a Karlsruhe, dal fratello di Osazee, Sunday Ediorans, per continuare l'attività di prostituzione sotto la supervisione di un'altra "madame" di nome Juliet.
La vicenda, ricostruita nei dettagli durante la requisitoria dal pm Sara Amerio, è stata testimoniata in aula nei mesi scorsi dalla stessa vittima. I fatti risalgono al 2016 e sono stati denunciati nel 2020, portando oggi alla condanna degli imputati.