Sarà valutata la posizione di un cugino della Internò
02 OTT - COSENZA - La sentenza della Corte d'assise di Cosenza, che ha condannato a 16 anni di reclusione Isabella Internò per l'omicidio del suo ex fidanzato, il calciatore Donato Denis Bergamini, morto il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico, non pone fine alla vicenda giudiziaria.
I giudici hanno infatti disposto la trasmissione alla Procura della Repubblica di Castrovillari degli atti riguardanti Roberto Internò, cugino dell'imputata, affinché si valuti la sua posizione in relazione all'articolo 575 del codice penale, ovvero omicidio. Roberto è fratello di Dino Pippo Internò, già indagato e successivamente archiviato in un filone parallelo dell'inchiesta sulla morte di Bergamini.
La condanna di Isabella Internò per omicidio in concorso sembra confermare la ricostruzione accusatoria, che ipotizza il coinvolgimento di più persone nel delitto. Nella sua requisitoria, il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D'Alessio, aveva descritto il crimine come maturato in un "contesto patriarcale", scaturito dalla mancata celebrazione di un "matrimonio riparatore" che Isabella, all'epoca ventenne e incinta di Bergamini, avrebbe desiderato nel 1987.
Secondo il pm, Isabella Internò avrebbe agito con l'aiuto di altre persone, ancora da identificare, e avrebbe tradito l'affetto che il calciatore nutriva per lei. Il magistrato Luca Primicerio ha aggiunto che, sebbene Bergamini fosse disposto a riconoscere il bambino, non avrebbe mai voluto sposarla a causa del suo carattere ossessivo.