'Falsificati anche gli atti per nascondere le due violenze'
18 MAR - FOGGIA - Dieci agenti di polizia penitenziaria sono stati arrestati a Foggia per aver perpetrato violenze fisiche e morali su detenuti, inclusa la tortura, all'interno del carcere della città.
Le accuse comprendono reati gravi come tortura, abuso d'ufficio, abuso di autorità, omissione di atti d'ufficio, danneggiamento, concussione, falsità ideologica e soppressione di atti. Le violenze, documentate da telecamere di sorveglianza, includono schiaffi, calci, pugni e ginocchiate in faccia, inflitte a detenuti vulnerabili, compresi quelli affetti da patologie psichiatriche.
L'indagine è stata avviata dopo un esposto presentato da un detenuto che ha riportato le violenze subite da lui e dal suo compagno di cella. I fatti risalgono all'11 agosto scorso e sono stati perpetrati da un manipolo di agenti di polizia penitenziaria.
Oltre agli arresti, altri due medici e un altro agente sono indagati a piede libero. È stata respinta la richiesta di arresto per quest'ultimo, mentre è stata respinta la richiesta di interdizione dalla professione per un anno per il medico del carcere e per la psicologa.
Il gip ha evidenziato un "clima di omertà" tra il personale della casa circondariale e la capacità degli indagati di ottenere la collaborazione di detenuti per depistare le indagini e intimidire le vittime delle violenze.
L'episodio ha sollevato profonda preoccupazione riguardo alla condotta del personale penitenziario e alla tutela dei diritti umani dei detenuti nel sistema carcerario.