L'appello dei sindacati per la prevenzione e qualità del lavoro in Calabria
22 GIU - CATANZARO – Le organizzazioni sindacali regionali di categoria hanno inviato una comunicazione il 19 giugno al dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Giuseppe Iiritano, e all'assessore regionale Gianluca Gallo, richiedendo un incontro urgente per discutere il contrasto al caporalato, allo sfruttamento e al lavoro irregolare nel settore agricolo calabrese.
I segretari generali regionali Michele Sapia (Fai Cisl), Caterina Vaiti (Flai Cgil) e Pasquale Barbalaco (Uila Uil) sottolineano la necessità di riprendere il percorso di confronto regionale interrotto, per promuovere sinergie volte a una lotta più efficace contro il lavoro nero e qualunque forma di sfruttamento nel settore agricolo e agroalimentare.
“In Calabria, almeno quattro lavoratori agricoli su dieci sono irregolari, una percentuale che aumenta considerevolmente tra i lavoratori migranti", affermano i sindacalisti. Per spezzare questi circuiti dell'illegalità, è fondamentale intervenire su vari aspetti, tra cui il reperimento della manodopera, l'alloggio e il trasporto. È necessaria una maggiore sinergia tra tutti i soggetti interessati e un'intensificazione dei controlli da parte dell'Ispettorato del lavoro. Inoltre, il ruolo degli enti bilaterali agricoli deve essere rafforzato per favorire, in piena trasparenza, l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.
I sindacati sottolineano l'importanza di promuovere un lavoro agricolo di qualità, sicuro, dignitoso e adeguatamente retribuito, applicando e rinnovando i contratti provinciali agricoli di settore. “Il contrasto al caporalato, alla violenza e allo sfruttamento in agricoltura – concludono Sapia, Vaiti e Barbalaco – è una battaglia di civiltà che richiede la partecipazione di tutti gli attori coinvolti. È necessario reprimere con forza tali fenomeni, ma soprattutto puntare su politiche di informazione e prevenzione, stimolando l'adesione delle aziende alla Rete del lavoro agricolo di qualità e valorizzando la formazione, la sicurezza sui luoghi di lavoro e l'accoglienza”.