MOD_SPWEATHER_ERROR_CANNOT_FIND_FORECAST_DATA MOD_SPWEATHER_ERROR_LOCATION_ERROR MOD_SPWEATHER_ERROR_PLATFORM_OPENWEATHERMAP

Arriva dalla Basilicata un festival attraverso la cultura dei Sud

Arriva dalla Basilicata un festival attraverso la cultura dei Sud
Il 16 e 17 settembre 'Sud Earth Festival' ai Laghi di Monticchio

08 SET – POTENZA - Un viaggio "che, partendo e attraversando tutti i Sud possibili - insieme reali e immaginifici - arrivi a definire la cultura come luogo di incontro, dialogo, di confronto".

Sabato 16 e domenica 17 settembre, ai laghi di Monticchio di Rionero in Vulture (Potenza), si terrà l’Arriva edizione del Sud Earth Festival, "il festival dell'accoglienza, dell'integrazione che fa della cultura e dell'arte una forma di viaggio e del Sud il suo orizzonte ideale".
    L'iniziativa è stata promossa per la prima volta nel 2019 dall'Arci Basilicata.

Nel cartellone - direzione artistica di Manuel Tataranno con l'ausilio dell'autore Giuseppe Bosin - ci sono artisti "che tengono particolarmente al tema della solidarietà e dell'accoglienza: da Giobbe Covatta a Dino Paradiso, da Neri Marcorè a Tosca, passando per Krikka Reggae, Frankie hi nrg". Le due serate saranno condotte da Peppone Calabrese, volto lucano di Rai 1.
    Il format, "anche quest'anno - è scritto in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa - consiste nella produzione di uno spettacolo che coinvolge varie arti performative con una conseguente mescolanza di lingue, linguaggi, usi, costumi, stilemi. Artisti affermati o in erba verranno affiancati dai giovani migranti dei centri di accoglienza che hanno seguito i laboratori nelle diverse discipline artistiche, e che proveranno ad esibirsi sul palcoscenico".
    "Anche quest'anno - sottolinea Tataranno - il Sud Earth prova a mettere in scena l'arte come unione di popoli. Vuole riunire tutte le nobili arti in un viaggio che parte dal Sud 'verso ogni dove'. Per noi è importante approfondire, insieme a diverse sensibilità, cosa significa oggi essere e sentirsi 'straniero', o semplicemente 'diverso', e perché mai parole come accoglienza e solidarietà siano diventate indicibili, talvolta utilizzate in una accezione negativa, e ancora, perché l'umanità - conclude il direttore artistico del festival - sembra degradarsi a tal punto da lasciare spazio solo alla paura o all'odio".
   

Image