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Sfruttamento nei Supermercati: lavoratori pagati 4 euro all'ora, tre arresti in Calabria

Sfruttamento nei Supermercati: lavoratori pagati 4 euro all'ora, tre arresti in Calabria
Blitz della Guardia di Finanza nei punti vendita del Catanzarese: condizioni di lavoro estreme, turni fino a 50 ore e stipendi miseri. Sequestrare società per 27 milioni di euro.

30 OTT - CATANZARO - Paghe da fame, turni estenuanti infortuni, ferie ridotte al minimo e l'obbligo di denunciare sul lavoro come incidenti domestici: è questo il drammatico quadro che emerge dalle indagini della Guardia di Finanza di Catanzaro, che ha definito “supermercato degli schiavi” i punti vendita dell'imprenditore Paolo Paoletti, 51 anni. L'imprenditore è stato arrestato con le accuse di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, estorsione e falsità ideologica in atto pubblico.

Insieme a Paoletti, la Procura di Catanzaro ha emesso ordinanze di custodia cautelare anche per la consulente del lavoro Maria Teresa Panariello, di 48 anni, e la responsabile amministrativa dell'azienda, Anna Valentino, di 52. Per due responsabilita dei punti vendita, inoltre , è stato disposto l'obbligo di dimora nei comuni di residenza. Il giudice per le indagini preliminari ha anche sequestrato due società e diversi negozi, ora sotto gestione di amministratori giudiziari, per un valore complessivo di circa 27 milioni di euro.

Le indagini hanno portato alla luce le condizioni imposte a circa 60 dipendenti nei punti vendita di Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale. Il caso è emerso grazie alla denuncia di due lavoratori e, attraverso intercettazioni e perquisizioni, gli inquirenti ricostruiscono hannoto le modalità degradanti e pericolose a cui erano costretti i dipendenti.

A fronte di paghe irrisorie, i lavoratori, talvolta, erano persino obbligati a restituire in contanti una parte del salario. Ricevevano solo due settimane di ferie l'anno, in violazione della normativa vigente, e prestavano servizio in ambienti privi di adeguate misure di sicurezza. In caso di incidenti, inoltre, i dipendenti venivano spinti a dichiarare l'infortunio come accaduto in ambito domestico, spesso accompagnati dai responsabili in ospedale per evitare che rivelassero la vera causa.

In un caso, un lavoratore, ferito più volte durante il lavoro in macelleria, ha dovuto affermare che si era tagliato a casa; un altro, sfortunatosi al piede, è stato costretto a cambiare gli abiti prima di recarsi in ospedale.

La vicenda ha sollevato forti reazioni da parte dei sindacati e delle istituzioni. La CGIL ha annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile nel processo, mentre il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha condannato duramente l'accaduto, dichiarando: “Chi vuole arricchirsi non rispettando le regole ma sfruttando i lavoratori è nemico della Calabria” .

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